martedì 20 marzo 2012

Tramonta.
Il cielo davanti a me è immenso, percorso da nubi enormi, gigantesche. La luce è fredda, tagliente, riempie il cielo di una sorta di limpidezza crudele. Tutto è più preciso, definito, reale.
Mi guardo attorno, assaporando la luce, aspirando il profumo del mare, il vento che mi carezza, non esattamente gentile. L'aria ancora fredda porta fino a me i richiami dei gabbiani in caccia di pesce, al porto. Il silenzio del tramonto è interrotto solo dal rumore delle onde, da qualche lontano richiamo di pescatore. In primavera, prima che quest'isola si riempia di turisti, io mi ricordo perché ho scelto di trasferirmici.
Il panorama qua ti rimpicciolisce, stringe la tua prospettiva interiore in un orizzonte più contenuto, realistico. Vedi il tempo passarti sopra, consumarti, stropicciarti, ti senti un po' strinato... e contemporaneamente ti confronti con qualcosa che ti vede solo ed esclusivamente come una piccola, transitoria parte del tutto. Ed allora, forse, tutti i tuoi pensieri e dolori non sono che un barbaglio di luce nel nulla.

giovedì 1 marzo 2012


Cerco di non guardare mai nel mio passato.. ho vecchie foto che mi hanno fatto raramente, da giovane, che non guardo spesso. Contengono brutti ricordi, ma non tutte, lo confesso.
In questa ero giovane.. quasi innocente. La mia anima era ancora divisa in poche parti, ed ero in Russia... oltre la cortina di ferro, come la chiamavano allora. Non era difficile farmi passare per un russo, con la faccia ed i colori che ho. Ero in un posto sperduto, vicino al confine con la Cina, in cerca di un talismano potentissimo e molto prezioso, in grado di piegare al mio volere demoni di livello superiore.. che trovai, non senza fatica, ma questa è un'altra storia.
Fatto è che finii in questo paesino, mi presi un'influenza spaventosa e fui costretto a restare a letto per due settimane, in attesa di guarire.
Quando alla fine mi rimisi, avevo fatto amicizia, mio malgrado, con tutti gli abitanti del paesino, per i quali ero il matto inglese che sbraitava e starnutiva. In compenso avevo fatto amicizia con il locandiere, la moglie, che sedussi senza problemi, la quale mi scattò questa foto, giusto il giorno prima che partissi. Se la tenne, e la ritrovai solo dopo la mia sconfitta ad Hogwarts, viaggiando con Cletus negli stessi luoghi. Dovetti sostenere si trattasse di mio padre, ed il ragazzo che me la vendette.. bè, mi somigliava stranamente.. e in paese si sussurrava sapesse parlare ai serpenti.