venerdì 30 dicembre 2011

La mente

La mente non è un'illusione, un'ipotesi. 
La mente è un luogo interno, una dimensione privata e personale che occorre conoscere, esplorare e tenere in ordine, per poterla usare al meglio delle sue potenzialità. 
Ogni giorno bisogna camminare al proprio interno, guardarsi attorno, riconoscere che cosa vi abbiamo messo e decidere cosa ci serve e cosa no, per non aver pesi che ci intralcino ed appesantiscano. Occorre trattare la nostra mente meglio ancora di come trattiamo la nostra casa, perché in essa abiteremo molto di più che in qualsiasi altra casa. 
E come una casa dobbiamo organizzarla: ha una cucina, dove risiedono i nostri problemi di tutti i giorni, ha un salotto, dove alloggiamo i nostri divertimenti, ha una biblioteca, dove organizziamo saperi e ricordi, ha una cantina, dove sono celate le nostre paure, una soffitta, dove albergano i nostri sogni e le ambizioni, la camera da letto, dove custodiamo le nostre passioni... in queste stanze noi passiamo la maggior parte della nostra vita, eppure spesso non ce ne accorgiamo nemmeno, non le guardiamo, le lasciamo riempire di lerciume e disordine, come non tollereremmo mai in casa nostra. 
Per questo la nostra vita si riempie di paure, di pensieri superflui, di confusione: i nostri sentimenti non ci sono chiari, le nostre ambizioni eccessive e confuse, e noi ci sentiamo inermi, incapaci di risolvere i nostri guai, di affrontare le nostre paure. Ma come faremmo in casa, dobbiamo imparare, un passo alla volta, a tenere in ordine la nostra mente, così che le nostre risorse più nascoste verranno a galla, e scopriremo che come la nostra mente è stata ordinata, così la nostra vita tornerà in ordine. 

giovedì 29 dicembre 2011

Antichi spiriti nella neve.

La neve è finalmente caduta sul faro, dandogli uno strano fascino, freddo e ancestrale. Il mago si fa un giro sugli scogli, strizzandosi addosso il lungo cappotto nero, prendendosi il vento gelato in viso, prima di rientrare nel tepore della casa. Sale fino alla lampada, andando a guardare il mare e le nubi gelide chiedendosi quanta neve porteranno, ancora, ed è da là che vede la nave passare. Un vascello fantasma, come ne passano parecchi attorno a Nantucket. Questa non è molto celebre, ma il mago la riconosce ugualmente. Era niente altro che una baleniera, affondata al largo dell'isola proprio la notte di Natale, circa duecento anni prima. E' stato il capitano fantasma che con lui condivide la gestione del faro a raccontargliene la storia, descrivendo le quaranta famiglie della costa che tornavano a radunarsi ogni anno alla chiesa dei balenieri sull'isola per celebrare la messa a suffragio delle loro anime. La baleniera era sulla via del ritorno dopo un viaggio che era durato quasi tre anni e mezzo, ma proprio di fronte al porto era giunto un uragano che aveva letteralmente strappato le vele e l'alberatura dalla nave, mentre le onde, come mani crudeli, avevano spezzato lo scafo trasportandolo sotto il mare. Tutto sotto gli occhi della gente dell'isola, che dal porto assisteva impotente alla tragedia. 
Da quando il capitano era morto, ne vedeva tornare ogni anno il fantasma, e l'equipaggio tornare a casa, ogni solstizio, per ricevere il ricordo delle loro famiglie, finché anche l'ultimo dei discendenti non era morto e non era rimasto più nessuno a ricordarli ed a pregare per loro. 
Toccato il mago ascolta nuovamente la storia dalle labbra evanescenti dell'amico e collega defunto, e decide alla fine di fare la sola cosa che può: torna nel suo studio, accende una candela per ciascuno dei morti e da solo, sull'isola, prega per la liberazione di quelle povere anime dalla dannazione dell'oblio. 
E senza quasi rendersene conto, finisce con lo sperare che qualcuno possa fare altrettanto per colui che fu Lord Voldemort, da qualche parte nel mondo. Che qualcuno che lo pensa morto, pensi a lui con uguale pur se immeritata compassione. 

martedì 27 dicembre 2011

Troppo silenzio, stanotte al faro. Il mago guarda fuori dalla finestra, lasciandosi il libro in grembo, per far scorrere lo sguardo sul mare immobile, sul quale si riflette una luna immota e silenziosa. Troppe storie ha da raccontare, troppe ne ha raccontate a quel mare indifferente. Il silenzio che ora lo avvolge pare esser quello che sale dal profondo del suo animo. Per una sola sera, casualmente, del tutto pacificato. 
Un mezzo sorriso gli si disegna in volto, mentre si accorge di non aver nulla da rimproverarsi o da raccontarsi, questa strana sera d'inverno. Per una volta la sua anima è silenziosa come quella di un fanciullo. 
L'innocenza non è uno stato ancestrale perduto: è ciò che si guadagna alla fine del percorso.

Buonanotte.

giovedì 15 dicembre 2011

Me lo chiedono tutti quelli che leggono la mia storia: ma sei diventato buono? Ve la giro, voi siete buoni o siete cattivi? Io non sono né l'uno né l'altro: sono diventato reale. Carne, ossa, cuore, anima, cervello.
Tutto in conflitto tra loro.

martedì 13 dicembre 2011

*osserva il gatto rovesciarsi placido sul tappeto, davanti al camino... spegne la luce elettrica, ed accende un paio di candele, lasciando che a illuminare la stanza sia solo la calda luce del fuoco e delle due salamandre che alleva nel camino, addormentate abbracciate sul grosso ciocco che ne nutre il fuoco. Tiene il libro che stava leggendo appoggiato su una coscia, un dito a tenere il segno, e si lascia ipnotizzare dalle fiamme, sprofondando in se stesso... nella tenebra che di solito trova nelle profondità della sua anima. Ma stasera, complice forse il chiarore del fuoco e le luminarie natalizie, riaffiora un lontanissimo ricordo, il suo primo Natale a Hogwarts, in compagnia di un paio di insegnanti e qualche compagno di scuola... e dentro lui si smuove qualcosa di molto antico, luminoso ed innocente. E si allunga sul tappeto, abbandonando il libro sul divano, per far le coccole al gatto, grattandone voluttuosamente il ventre, mentre sul suo viso si disegnano contemporaneamente un vago sorriso e delle lacrime.*

domenica 11 dicembre 2011

A day in a life.

5.40 prima sveglia e occhiata omicida all'oggetto

6.00 seconda sveglia, manata in direzione muro e gatto che decide di venire a sedersi sulla faccia

6.01 coccole al gatto, fino alle

6.15 occhiata ai residui della sveglia, riparazione magica e discesa dal letto

6.16 controllo del calendario. se è lunedì, sequela di bestemmie in serpentese, aramaico e russo. se è qualsiasi altro giorno della settimana bestemmie solo in inglese per la levataccia. se è domenica, bestemmie in nanesco, troll e klingon e ritorno a letto, chiedendosi perchè accidenti mi sono svegliato lo stesso.

6.17 cesso, barba, caffè, doccia, caffè, cibo gatti, caffè, vestiti, caffè

07.00 ovvio attacco di nevorosi contro i babbani in bus mentre si reca all'Arcana Cabana per aprire il negozio. Forse bevo troppo caffè.

08.00 arrivo al negozio, rintracciare tutti i soliti oggetti erranti che si son fatti quattro passi negli scaffali e metterli a posto. prima o poi faccio un incantesimo di adesione permanente a sti stronzi...

09.00 apertura del negozio.

9.45 - 10.15 lettura del quotidiano, lunghi pensieri lubrichi sul culo della modella a pagina 18, telefonata all'allibratore per scommettere sulla prossima partita di quidditch

10.30 caffè e primo cliente. giuro. sempre così.

11.00 chiusura del negozio per passeggiata fin dal giornalaio e chiacchiere sul quidditch, per poi tornare in negozio e trovare due clienti petulanti che mi chiedono perchè non apro prima il negozio.

11.08 cerco di non cruciare ed uccidere una delle due clienti che vuole assolutamente comprare il mio elfo.

11.30 arriva finalmente Richard Murray che si prende cura della cliente rompiscatole appioppandole pure un set di bicchieri di cristallo

12.00 lunga chiacchierata con Richard con conseguente rapido inventario delle prossime fiere dell'antiquariato da vedere.

13.00 chiusura negozio con passaggio di consegne a Richard e pranzo insieme al quartiere magico

14.00 salto a Josselin per rubare la nutella a Reyes, anche prima se è lunedì

14.45 sveltina con Helena Kemp se la trovo e se ci sta.

15.30 ritorno a Nantucket per far la spesa

16.30 entrata in libreria con il pensiero "do solo un'occhiata"

17.30 paagamento di almeno una mezza dozzina di libri, pensando "ma dove accidenti me li metto, questi?"

18.30 ritorno al faro con la spesa ed i libri e relativa lite con Cletus perchè ho comprato altri libri da spolverare

18.45 coccole gatto che si è sentito tanto solo in mia assenza

20.00 fine coccole gatto

20.30 cena

21.00 pensieri oziosi sulla lanterna del faro e meditazioni profonde sul senso della vita

21.05 pennica post cena con conseguente oblio di tutti i pensieri profondi appena fatti

22.00 sveglia brusca perchè il gatto e Cletus si inseguono rumorosamente in salotto e decisione di andare a bere qualcosa al porto

23.45 ritorno al faro un pò brillo e decisione di scrivere un pochino prima di andare a letto

23.55 crollo addormentato sul divano cercando di scrivere due parole.

23.56 Cletus mi deposita a letto ridacchiando.